Contenuti dell'insegnamento
Da molto tempo, scrittori nati all’estero sono venuti ad arricchire la letteratura francese dalla Comtesse de Ségur a Guillaume Apollinaire, da Elsa Triolet a Eugène Ionesco. Alcuni, nati altrove, mantennero la traccia di questa nascita nelle loro opere (Camus, Duras). Altri scelsero il francese dopo aver scritto in un primo momento nella loro lingua] (Samuel Beckett, Milan Kundera, Agota Kristof, Atiq Rahimi). Oggi, autori provenienti dall’Africa, dal Medio-Oriente, dai Caraibi o dall’oceano Indiano si esprimono anche loro nella lingua ricevuta in eredità dalla Storia mentre altri, provenienti da paesi non francofoni (Cina, Giappone, Afghanistan, Argentina, Ungheria, ecc), hanno scelto il francese come lingua di scrittura.
Sotto il marchio della francofonia si dipanano infinite sfaccettature; in un primo momento il corso intende fare chiarezza sul termine di “francofonia” e su come gli autori si posizionano rispetto a questa definizione che per alcuni di loro sembra ormai superata. Il fenomeno che il corso intende indagare e cioè quello degli scrittori nati in terre straniere, interpella autori che non erano predisposti, dal paese da cui provengono e dal loro rapporto con la lingua francese, a scrivere nella lingua di Molière. Un rapporto con la lingua che si distingue dal rapporto che intercorre con gli scrittori provenienti dalle vecchie colonie vista la presenza, per quest’ultimi, di una dimensione politica inerente alla Francofonia che, se esiste anche per gli altri scrittori, si manifesta in modo più individuale. Durante il corso verranno individuate le caratteristiche della scrittura di questi autori nati altrove mettendo in evidenza – attraverso l’analisi delle loro opere – le motivazioni dell’adozione del francese come lingua d’espressione.