PUBLIC INTEREST DESIGN
cod. 1009650

Anno accademico 2023/24
3° anno di corso - Secondo semestre
Docente
- Cristian CAMPAGNARO - Raffaele PASSARO
Settore scientifico disciplinare
Disegno industriale (ICAR/13)
Field
Design e comunicazioni multimediali
Tipologia attività formativa
Caratterizzante
60 ore
di attività frontali
6 crediti
sede: POLITO
insegnamento
in ITALIANO

Modulo dell'insegnamento integrato: FOOD SOCIAL DESIGN

Obiettivi formativi

Il laboratorio di “Food Social Design” ha come obiettivo principale quello di preparare gli studenti a diventare progettisti attenti alle sfide dello sviluppo sostenibile e inclusivo di territori e società, maturando un approccio progettuale critico e consapevole delle diverse dimensioni del cibo, comprese quelle di tipo socioculturale. Si farà esperienza del progettare con consapevolezza, con capacità interpretativa, con sensibilità al contesto, ai bisogni, alle risorse e agli impatti prodotti.
 
Il laboratorio di “Food Social Design” fornirà agli studenti nuove conoscenze e capacità utili ad affrontare, istruire e condurre progetti food-oriented coniugando la dimensione creativa a quella della sostenibilità economica, ambientale e sociale. Il laboratorio sarà, inoltre, occasione di esercizio e di applicazione di quanto appreso durante il percorso didattico già compiuto.  

Al termine dell’insegnamento ci si aspetta che lo studente sia in grado di: 
Conoscere e comprendere il significato del concetto di “Food Social Design” e dei principi delle discipline del Social Design e del Food Design che concorrono a definirlo;
Conoscere e comprendere i principi metodologici e teorici della progettazione per il sociale e per il cibo e delle dimensioni sociotecniche relative;
Conoscere le diverse fasi del ciclo progettuale, con particolare attenzione ai principi teorici e metodologici della progettazione inclusiva e partecipata, e ai processi multi-stakeholders;
Conoscere ed esercitare i vari strumenti di progettazione con particolare attenzione ai tools per: analisi di scenario, case study research, concept generation, sperimentazione e prototipazione, restituzione del progetto;
Maturare consapevolezza delle sfide sociali contemporanee rivolte ai temi alimentari, all’impatto sociale e la relativa responsabilità del progettista; 
Riconoscere i diversi contesti di lavoro possibili (privato, terzo settore, pubblica amministrazione, agenzie di consulenza, università ed enti ricerca) e gli specifici ruoli, strumenti e linguaggi da adottare per ciascuno di essi;
Saper esplorare e comprendere le questioni teoriche proprie della letteratura di riferimento, con capacità critica e di collegamento trasversale tra contenuti;
Saper riconoscere e tenere in considerazione, nella scelta e implementazione di una tecnologia appropriata, le peculiarità culturali, sociali e ambientali del contesto analizzato;
Promuovere l’uso di tecnologie in una prospettiva di replicabilità, adeguatezza e accessibilità;
Saper applicare le conoscenze acquisite nella lettura del contesto e della domanda;
Saper applicare approcci progettuali specifici e necessari (posture e strumenti) in relazione alle sfide sociali da affrontare, agli attori e ai contesti di intervento.

Prerequisiti

Contenuti dell'insegnamento

Il Public Interest Design è una pratica di progettazione partecipativa centrata sull'uomo e sui principi del Design per la sostenibilità ecologica, economica e sociale. Riguarda la progettazione di prodotti, ambienti e sistemi che affrontano questioni quali lo sviluppo economico e la conservazione dell’ambiente. I progetti di Public Interest Design si concentrano sul bene generale dei cittadini, delle comunità e dei territori adottando una prospettiva fondamentalmente collaborativa. 
Modulo teorico (20h) 
Durante il modulo teorico, studentesse e studenti, saranno accompagnati a maturare conoscenze relative alla progettazione “Public Interest”, attraverso lezioni teoriche e approfondimenti di case study research. Nello specifico si affronteranno le seguenti tematiche: 
- Il Social Design, i suoi principi, le aree di progetto;  
- I Domini progettuali del Design;  
- I Wicked Problems e sfide globali food-related tra sostenibilità e accessibilità; 
- L’intersezione tra Food Design e Social Design; 
- La Circular Economy For Food; 
- La Povertà Alimentare e l’Insicurezza Alimentare; 
- Il Co-design, i processi partecipativi ed i metodi di facilitazione; 
- Il problem framing, il sense-making e gli approcci riflessivi alla progettazione; 
- I principi e metodi di concept generation e prototipazione.

Modulo di progetto (40h) 
Nella seconda parte dell’insegnamento, studentesse e studenti, parteciperanno a tre esercizi progettuali (Project Work). Essi intendono esercitare, nella dimensione pratica, la capacità di applicare le conoscenze acquisite durante i moduli teorici dei tre insegnamenti erogati.
Nello specifico gli esercizi progettuali si svolgeranno attraverso una serie di fasi di progetto che prevedono: la traduzione del brief in una domanda di progetto; la costruzione dello scenario progettuale; la definizione del concept e delle linee guida per il progetto; lo sviluppo progettuale con attenzione alle esigenze delle classi di utenza d’uso, di gestione, di produzione e ambientale; la restituzione del progetto ai partner coinvolti.  
- Project work 1, in gruppo, condiviso con l'insegnamento di Cultura Tecnologica della Progettazione, erogabile attraverso attività di case study research. 
- Project work 2, in gruppo, condiviso con l'insegnamento di Antropologia Applicata al Design, erogabile attraverso una pratica di ricerca qualitativa. 
- Project work 3, in gruppo, erogabile attraverso un'esercitazione progettuale in collaborazione con una realtà del territorio.


Programma esteso

Bibliografia

-Associazione per il Disegno Industriale. (2015). ‘Adi Food Design Manifesto', Commissione Tematica ADI Food Design, 8–9. 
-Bassi, A. (2015). Food Design in Italia. Progetto e comunicazione del prodotto alimentare Electa Architettura, Milano. 
- Bordewijk, M., & Schifferstein, H. N. J. (2019). ‘The specifics of food design: Insights from professional design practice’. In: International Journal of Food Design, 4(2), 101–138. 
 - Bottiglieri, M., Pettenati, G., & Toldo, A. (2017). Turin Food Policy Buone pratiche e prospettive, FrancoAngeli, Milano. 
- Buchanan, R. (1992). ‘Wicked Problems in Design Thinking’. In: Design Issues, 8 (2) pp. 5-21. 
- Campagnaro, C., Ceraolo, S. (2022). Ai margini. Un'antologia di social design, PRIMP, Torino.  
- Campagnaro, C., Curtabbi, G., & Passaro, R. (2023). ‘Alimenta: a design-led systemic action against homelessness-related food poverty’. In: IJFD. (in pubblicazione) 
- Celaschi, F., Deserti, A., (2007). Design e Innovazione. Strumenti e pratiche per la ricerca applicata, Carocci, Roma. 
- Ellen MacArthur Foundation (2019). Cities and circular economy for food. 
- Fassio, F., & Tecco, N. (2019). Circular Economy for Food. Materia, energia e conoscenza in circolo, Edizioni Ambiente, Milano. 
 - Frankel, L., & Racine, M. (2010). ‘The Complex Field of Research: for Design, through Design, and about Design’. In: Durling, D., Bousbaci, R., Chen, L, Gauthier, P., Poldma, T., Roworth-Stokes, S. and Stolterman, E (eds.), Design and Complexity - DRS International Conference 2010, 7-9 July, Montreal, Canada. 
- Jones, P.H. & G.K. Van Patter (2009). ‘Design 1.0, 2.0, 3.0, 4.0: The rise of visual sensemaking’, NextDesign Leadership Institute. 
 - Manzini, E. (2008). Collaborative organisations and enabling solutions. Social innovation and design for sustainability, Edizioni Polidesign, Milano.
- Papanek, V. (1971). Design for the Real World: Human Ecology and Social Change, Pantheon Books, New York. 
- Passaro, R., Campagnaro, C., & Curtabbi, G. (2021). Design against Food Poverty. In: Revista Latinoamericana de Food Design, 1(2), 427–451. 
 - Stummerer, S., & Hablesreiter, M. (2010). Food Design XL, Springer Verlag, Vienna. 
- Tromp, N., & Vial, S. (2022). ‘Five components of social design: A unified framework to support research and practice’. In: Design Journal, 0(0), 1–19. 
 - Tonkinwise, C. (2015). ‘Is Social Design a Thing?’ 
- Wrigley, C., & Ramsey, R. (2016). ‘Emotional food design: From designing food products to designing food systems’. In: International Journal of Food Design, 1(1), 11–28.
 - Zampollo, F. (2016). ‘Welcome to food design’. In: International Journal of Food Design, 1(1), 3–10.

Sintesi degli argomenti trattati, copia delle slide e altro materiale impiegato durante le lezioni (in formati cartacei e digitali), nonché documenti utili all'organizzazione complessiva delle attività didattiche, saranno disponibili sul portale della didattica o messi a disposizione del corpo studentesco partecipante al corso.  

Metodi didattici

Nella prima parte dell’insegnamento (20h, 2 cfu), studenti e studentesse saranno accompagnati, attraverso lezioni teoriche e approfondimenti di case study research, a maturare conoscenze about design e for design.

Nella seconda parte dell’insegnamento, (4 CFU, 40 ore), studenti e studentesse parteciperanno ad un esercizio progettuale che intende sollecitare, nella pratica, le capacità di applicare le conoscenze acquisite.

Modalità verifica apprendimento

Un colloquio orale della durata di 30 minuti. Esso avverrà in presenza, in aula. Durante il colloquio studentesse e studenti presentano le esercitazioni progettuali svolte durante l’anno, mediante l’uso dei diversi elaborati di rappresentazione del progetto, concordati nel corso dell’anno in base al tema progettuale. Il colloquio verrà svolto in gruppo ma studentesse e studenti saranno chiamati a dare conto delle scelte progettuali svolte e dei risultati ottenuti in termini di contenuti, funzione e forma.  
Il colloquio prevede:
- La discussione di argomenti descrittivi e critici del progetto. Necessario al superamento dell’esame è un corretto utilizzo della terminologia e una chiara e sintetica esposizione che illustri i collegamenti logici tra i diversi aspetti considerati per il progetto. La valutazione è espressa in trentesimi e vale il 60% del voto finale del modulo per ogni singolo componente. 
- Due domande per ogni componente del gruppo volte all’accertamento dei contenuti teorico-metodologici proposti durante le lezioni. La valutazione è espressa in trentesimi e vale il 40% del voto finale del modulo per ogni singolo componente.  



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