Obiettivi formativi
Le relazioni tra gli attori statuali e non statuali del sistema internazionale ricadono nello specifico oggetto d’indagine della disciplina di storia delle relazioni internazionali. Tra questi attori non statuali rientra indubbiamente a pieno titolo la Santa Sede (o Sede Apostolica), in quanto ente che, con posizioni e ruoli diversi nel corso della storia, ricopre un posto rilevante, talvolta determinante, sulla scena mondiale. Obiettivo del corso è rendere consapevoli di come tale ruolo quasi sui generis della Santa Sede si sia consolidato e sia stato riconosciuto nella prassi diplomatica del passato e del presente. La Santa Sede, di per sé organo di governo centrale della Chiesa cattolica e titolare della più antica diplomazia del mondo, continua infatti a operare nelle relazioni internazionali non in quanto Potenza territoriale, ma nella sua unicità di soggetto di diritto internazionale che prescinde, appunto, dalla titolarità di un sia pur minimo Potere temporale.
Prerequisiti
Nessuno.
Contenuti dell'insegnamento
Dopo una preliminare panoramica sul linguaggio diplomatico e su alcuni concetti e distinzioni fondamentali (Santa Sede, Chiesa, Stato pontificio, Potere temporale), il corso prenderà in esame l’attività diplomatica della Santa Sede nella sua veste di soggetto di diritto internazionale e di vero e proprio attore non statuale sulla scena mondiale. Un sintetico excursus storico sulle origini della diplomazia pontificia dall’età apostolica fino alla modernità precederà l’analisi della struttura e del funzionamento dell’apparato diplomatico pontificio, prestando particolare attenzione alle articolazioni della Segreteria di Stato del Romano Pontefice, in quanto organo preposto ad attendere alle questioni da trattare con i governi degli Stati (come la stipulazione di Concordati o accordi similari) e a gestire la rappresentanza pontificia presso gli organismi e le conferenze internazionali. La seconda parte del corso si focalizzerà sull’analisi di alcuni momenti storici di svolta degli ultimi due secoli di relazioni della Santa Sede con i governi civili: dal periodo di passaggio tra Ancien Régime ed età contemporanea, con il lungo cammino di riavvicinamento tra Roma e la Corte britannica; all’attività della diplomazia pontificia nella Restaurazione operata dal Congresso di Vienna (1814-15); alla problematica Questione Romana, che coinvolse significativamente le relazioni della Sede Apostolica con le Grandi Potenze cattoliche e non cattoliche, fino al suo superamento con la Conciliazione del 1929; all’atteggiamento dei Pontefici riguardo alla guerra e, in particolare, in occasione dei due conflitti mondiali; fino agli interventi pubblici e, insieme, all’opera silenziosa della diplomazia pontificia durante la Guerra Fredda e per il superamento di essa.
Programma esteso
Bibliografia
Per la preparazione dell’esame, oltre agli appunti dalle lezioni, si rimanda ai seguenti volumi.
1) M. F. Feldkamp, La diplomazia pontificia. Da Silvestro I a Giovanni Paolo II. Un profilo, Jaca Book, Milano, 1998.
I frequentanti possono sostituire questo testo con gli appunti dalle lezioni.
2) U. Castagnino Berlinghieri, Diplomazia senza Stato: Santa Sede e Potenze europee. Le relazioni con la Duplice Monarchia austro-ungarica e con la Terza Repubblica francese (1870-1914), Vita e Pensiero, Milano, 2013.
3) Due saggi a scelta tratti da Fede e Diplomazia. Le relazioni internazionali della Santa Sede nell’età contemporanea, a cura di Massimo de Leonardis, EduCatt, Milano, 2014.
Metodi didattici
Le lezioni frontali saranno integrate dalla proiezione di diapositive per l’esame di testi di trattati e concordati e di mappe storiche. Sono anche previsti incontri seminariali e conferenze con esperti e studiosi.
Le lezioni intendono orientare l’attenzione dello studente sul percorso formativo proposto in una panoramica quanto più ampia possibile e fornirgli le chiavi di lettura e l’approccio metodologico da applicare a quanto si ritroverà ad affrontare nel proprio studio personale. Esse rappresentano dunque un arricchimento a complemento dei volumi indicati e non hanno la pretesa di esaurire o di trattare con lo stesso grado di approfondimento tutti e singoli gli argomenti del programma di studio. Alla sensibilità e alla maturità del discente resta affidato il saper trarre giovamento dalle lezioni nei termini sopra indicati.
Modalità verifica apprendimento
In linea con gli obiettivi formativi espressi, l’esame consiste in un colloquio orale teso ad accertare, attraverso due o tre domande, non solo la conoscenza e la comprensione dei temi del programma del corso, ma anche la capacità di applicare gli strumenti metodologici acquisiti e di saper collegare sinotticamente gli avvenimenti storici. Concorrono dunque alla definizione del voto finale, espresso in trentesimi, la capacità sia di sintesi sia di analisi in relazione ad un problema storico proposto al candidato, il grado di precisione concernente almeno i dati storici fondamentali, l’accuratezza espositiva e la proprietà di lessico della disciplina.
Altre informazioni
Obiettivi agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile