Obiettivi formativi
Con il corso gli studenti devono acquisire una conoscenza approfondita dei processi di disarmo degli armamenti convenzionali e di distruzione di massa dal Congresso di Vienna ai giorni nostri; cio' presuppone la sistemazione di questa dinamica nel quadro della politica delle grandi potenze, delle alleanze piu' importanti a livello continentale e mondiale e delle Organizzazioni Internazionali. Al termine del corso lo studente deve conoscere questa evoluzione sui singoli armamenti e sui sistemi d'arma con capacita' di analisi e d'interpretazione degli stessi. Dovra', altresi, essere in grado di operare confronti fra lo sviluppo degli armamenti, il progresso tecnico-scientifico, la percezione della sicurezza nelle diverse fasi politiche e i rapporti di forza fra le maggiori e minori potenze. La conoscenza di questi problemi, con adeguati approfondimenti deve permettere allo studente di formulare giudizi personali, operare confronti sulle diverse strategie e valutare le prospettive in essere per una pacifica convivenza fra i popoli. Queste conoscenze specifiche, queste capacita' d'analisi e di confronto devono potersi esprimere anche con adeguate abilita' di comunicazione discussione che evidenzino un completamento apprezzabile degli insegnamenti svolti. L'impostazione adottata deve permettere agli studenti, come gia' avviene, di prendere parte attiva a corsi analoghi svolti in Italia e all'estero anche con indirizzi piu' giuridici e politologici.
Prerequisiti
Conoscenze di base della storia delle relazioni internazionali (1815-2021) e di geografia generale.
Contenuti dell'insegnamento
La speranza dei popoli di vivere in pace non si e' mai spenta; cio' non ha evitato il ricorso a strumenti bellici benché non siano mancati tentativi per ridurne la violenza, prevenirne le cause e favorire le pacificazioni.
Il corso esamina questa evoluzione negli ultimi due secoli dal Congresso di Vienna a oggi; pone l'accento sugli
strumenti adottati per il disarmo, sulle esigenze di sicurezza degli Stati e delle comunità e sull'auspicata coesistenza pacifica. E' opportuno precisare che non esiste un obbligo consuetudinario al disarmo o al controllo
degli armamenti in quanto questi ultimi sono determinati dalla volontà delle potenze interessate. Sotto questo
profilo le misure di disarmo sono frammentarie e complesse (volontarie, reciproche, generali, regionali, tempo-
ranee, permanenti, ecc); hanno inoltre comportato proibizioni, controlli e verifiche (ispezioni, riesami e clausole
di recesso). Durante il corso saranno oggetto di studio i criteri adottati per promuovere un "ordine pacifico internazionale": il Concerto europeo, le alleanze equilibratrici, i Congressi, il sistema per la pace de L'Aja, le misure promosse dalla Societa' delle Nazioni, il Patto Briand-Kellogg e il sistema istituito dall'ONU (Commissioni sul disarmo, conferenze internazionali, sessioni speciali, dichiarazioni programmatiche). Questi accordi politici hanno in genere portato all'adozione di misure di contenimento e di riduzione degli armamenti. Si parla, a questo proposito, di armi convenzionali e non convenzionali. Nel primo gruppo figurano quelle abitualmente in dotazione agli eserciti per le quali sono stati, nel tempo, adottati diversi provvedimenti restrittivi: Dichiarazione di Pietroburgo (1868), Conferenza di Ginevra (1925), Convenzione sulla proibizione delle mine antiuomo (1997), Convenzione contro le munizioni a grappolo (2008), Trattato ONU sul commercio delle armi (2013).
Appartengono al secondo gruppo le armi di "distruzione di massa", cioè capaci di provocare un elevato numero
di vittime e la devastazione di estesi territori (atomiche, nucleari, batteriologiche, biologiche e radiologiche).
Sono numerosi gli accordi raggiunti a questo riguardo: Proibizione degli esperimenti atomici nell'atmosfera,
nello spazio e sui corpi celesti (1963) e non utilizzo dei fondali marini (1970), TNP (1968), INF (1987), Accordi SALT I e II (1972 e 1979), START I e II (1991 e 1992), SORT (2002), Convenzioni contro le armi chimiche e batteriologiche,
Convenzione per la distruzione di tutte le armi nucleari (2017). Da evidenziare inoltre il divieto di militarizzazione di determinate aree: Antartide (1959), spazio extratmosferico, Luna e di altri corpi celesti
(1967). Meritano di essere ricordate anche le intese per denuclearizzare alcuni territori (Accordi per l'America
Latina, per settori del Sud-Est asiatico e del continente africano). Sara' oggetto di studio anche l'evoluzione dei
conflitti convenzionali verso quelli asimmetrici, ibridi e cibernetici.
Nonostante gli sforzi compiuti rimane la pericolosita' di un "pianeta armato", l'inadeguatezza degli accordi raggiunti, il ricorso frequente a nuove forme di belligeranza e la delusione per l'incremento delle spese militari.
La convivenza fraterna e responsabile dei popoli, libera dalla minaccia nucleare, e' un obiettivo realistico o un'utopia?
Bibliografia
Testi consigliati:
programma del corso sviluppato durante le lezioni online registrate e disponibili.
Oppure: M. De Leonardis, Ultima Ratio Regum. Forza militare e relazioni internazionali. Bologna 2013.
Metodi didattici
Lezioni frontali, confronti e approfondimenti sui temi di maggiore importanza, incontri con esponenti del mondo accademico, diplomatico e politico, seminari interdisciplinari ed esercitazioni scritte volontarie.
Modalità verifica apprendimento
Esami: valutazione orale in trentesimi.
Commissione d'esame: prof. A. Duce, prof. Umberto Castagnino Berlinghieri, prof. Giulia Bassi, prof. Bruno Pieri.
Le risposte dovranno mettere in luce le conoscenze acquisite, la capacita' di collocarle in contesti specifici storico-politico-militari, l'adeguato utilizzo della terminologia, la maturita' di giudizi autonomi e di adeguati confronti fra gli strumenti adottati a livello internazionale. Gli esami di profitto sono svolti in presenza o con modalita' online a seconda dell'evoluzione dell'emergenza sanitaria.