DIDATTICA E DIVULGAZIONE DELLA SCIENZA
cod. 1005539

Anno accademico 2015/16
2° anno di corso - Secondo semestre
Docente
Luca TRENTADUE
Settore scientifico disciplinare
Fisica teorica, modelli e metodi matematici (FIS/02)
Ambito
Attività formative affini o integrative
Tipologia attività formativa
Affine/Integrativa
30 ore
di attività frontali
6 crediti
sede:
insegnamento
in - - -

Obiettivi formativi

Obiettivo principale del corso é di essere di supporto e di contributo didattico e formativo per studenti che vogliano completare le loro competenze verso l'insegnamento e la comunicazione della scienza. Il corso é anche pensato per chi, pur avendo una formazione di base scientifica, voglia familiarizzarsi con la comunicazione delle proprie conoscenze e per chi, pur avendo una formazione umanistica o storica, voglia estendere le proprie competenze in ambito scientifico.

Il corso mira a fornire esperienza pratica nel comunicare materiale scientifico a pubblici diversi attraverso diversi tipi di canali di comunicazione: l'esposizione orale scritta e interattiva. Lo studente viene portato ad acquisire competenze con strumenti didattici specifici per comunicare in modo efficace argomenti di scienza.

Prerequisiti

- - -

Contenuti dell'insegnamento

Il linguaggio della scienza
I testi della scienza
La scienza e la sua comunicazione
I musei scientifici
Le mostre scientifiche
I siti di divulgazione scientifica

Programma esteso

Le lezioni approfondiscono le diverse modalità di divulgazione ed esposizione della Scienza. La prima parte si concentra su un breve excursus storico di come sia cambiato nei secoli il concetto di Museo, iniziato come piccolo studiolo privato all’interno della casa di nobili eruditi, e come si siano evoluti gli spazi, le tecniche espositive e soprattutto le finalità e il tipo di pubblico. Oggi l’esposizione di temi scientifici, supportata da siti internet specializzati, banche dati, festival e altre attività didattiche di varia natura, viene affidata principalmente ai Musei della Scienza, per mostrare le collezioni storiche (antichi strumenti, animali imbalsamati, minerali ecc), e ai Centri per la Scienza, per spiegare in modo semplice e immediato i principi scientifici mediante dei congegni interattivi, chiamati “exhibits”.
Queste due grandi categorie vengono analizzate dal punto di vista dell’istituzione, dell’architettura e del pubblico. Il pubblico infatti è il vero grande nuovo protagonista dei Musei: vuole imparare, divertirsi, essere stimolato, incuriosito, e talvolta anche messo alla prova. Per questo una componente fondamentale, non solo dei Centri per la Scienza ma anche dei nuovi Musei è l’interattività, ovvero la predisposizione di un allestimento in cui il visitatore non è un passivo osservatore ma un attivo scopritore, che aziona i congegni presenti all’interno del percorso, “interroga” le postazioni multimediali sui contenuti che più lo interessano, approfondisce solo alcuni temi e talvolta sceglie liberamente il percorso da seguire.
Attraverso numerosi esempi si vuole fornire un panorama il più esaustivo possibile delle diverse tecniche espositive e soprattutto sulle potenzialità contenute all’interno di un grande contenitore quale può essere il Museo della Scienza per le collezioni o il Centro per la Scienza per gli esperimenti didattici.

I musei scientifici interattivi moderni pur non essendo espressamente pensati per un pubblico di bambini offrono anche ai più piccoli occasioni esperienziali di grande importanza e spesso includono al proprio interno spazi espresse mante dedicati ai più piccoli. Alcuni exhibits in particolare costituiscono un “classico2 per i centri della scienza e trovano spazio anche all’interno di strutture scolastiche o di parchi gioco Questi exhibits sono stati presi in esame e si sono analizzate le loro differenze in diversi centri della scienza ubicati in diverse parti de mondo. Ma cosa significa fare scienza coi bambini e con le bambine? E’ necessario prima di  tutto stabilire quale è l’idea che l’adulto ha del bambino ed ha della scienza. Nel nostro caso crediamo che il bambino sia un soggetto competente in grado, fin dagli anni della scuola dell’infanzia, di fare indagini scientifiche e di elaborare teorie.
Diversi studi  attestano come bambine  e bambini già molto piccoli sono in grado di analizzare il mondo circostante con metodo scientifico. Osservando  il mondo che li circonda si pongono quesiti fondamentali e cercano di trovare una risposta. Il loro cervello non ha rigide barriere tra le discipline per cui il pensiero filosofico si interseca fortemente con quello scientifico e la fantasia con l’elaborazione della teoria.
La nostra idea sulla scienza viene in questo modo ad intersecarsi con la nostra idea di bambino. Se la scienza è una disciplina con molteplici e articolate connessioni con altri strumenti a nostra disposizione per confrontarci col mondo e se il bambino è un soggetto competente cui vanno semplicemente offerte occasioni di incontro col mondo circostante, l’incontro fra scienza e bambini non può che essere proficuo, sereno, armonioso, pieno di scoperte e momenti importanti. In quest’ottica il fare del bambino è spesso un fare scientifico.
Analizziamo le modalità di azione dei bambini. In primo si trovano spesso a ripetere un elevato numero di volte una certa azione che evidenzia un fenomeno che li interessa. Molto è stato scritto e osservato dal Burattinaio Mariano Dolci sulla scoperta dell’ombra dei bambini delle scuole di Reggio Emilia. I bambini son attratti dall’ombra e sentono la necessita di investigare questo straordinario fenomeno. Non sono gli adulti a chiederlo, a imporlo a stabilirlo, sono essi stessi messi nelle opportune condizioni a d avere l’impellente necessità di osservare, scoprire, valutare quella sagoma nera che li segue ovunque essi vadano. La ricerca e l’osservazione sono quindi naturali per i bambini.
Ma non è tutto. Anche  la ripetizione fa parte dell’azione comune dei bambini ed è, del resto, richiesta anche dal metodo scientifico galileiano, secondo il quale non è sufficiente effettuare una sola volta un esperimento scientifico, ma affinché esso sia definibile tale, è necessario ripeterlo un levato numero di volte. Questa parte del metodo scientifico fa certamente parte anche del metodo di gioco dei bambini molto piccoli che ripetono in continuazione determinate azioni. Pensate per esempio a un bambino sul seggiolone che continua a far cadere gli oggetti e a osservare con stupore questo interessante fenomeno. Generalmente non si limita ad una sola osservazione, ma ripete innumerevoli volte l’esperimento. Come esempio, negli anni passati, abbiamo avuto la fortuna di seguire un interessante percorso dell’asilo nido Rampari del Comune di Ferrara, durante il quale bambine e bambini venivano messi in condizione di sperimentare diversi oggetti e  situazioni. L’osservazione ci ha portati a riscontrare come continuamente cercassero di riprodurre le condizioni iniziali dell’”esperimento” e di osservarlo nuovamente, apportando in una seconda fase piccole modifiche e tornando a ripetere la nuova azione. Stupore, incanto e meraviglia fanno crescere ogni persona e sono parte integrante della ricerca scientifica. In questo senso una scienza che prevede bambini con cervelli vuoti da riempire con formule, teorie e spiegazioni, allontanando il piacere della scoperta, è certo ben lontana dalla scienza della quale stiamo parlando.
 
 

Bibliografia

Marco Fabbrichesi : Pensare in formule Newton Einstein Heisenberg, 2004, 258 p., ill., brossura Editore Bollati Boringhieri (collana Saggi. Scienze).

Marco Fabbrichesi : Delle Cose Semplici: Pianeti, Piselli, Batteri E Particelle Elementari, Editore
CreateSpace Independent Publishing Platform; 2 edizione (5 marzo 2014), 278 p.

Leonard Susskind George Hrabovsky : The Theoretical Minimum: What You Need to Know to Start Doing Physics

Matteo Merzagora Paola Rodari : La Scienza in Mostra, Bruno Mondadori 2007 ( collana Campus ).
Frank Oppenheimer, The Exploratorium. Exhibit conception and design, in “Working Prototypes”, 1969.
Adalgisa Lugli, Le stanze della meraviglia «Wunderkammer», Torino, Allemandi, 1997.
John Durant (a cura di), Scienza in pubblico. Musei e divulgazione del sapere, Bologna, Clueb, 1998.
Luca Basso Peressut, Musei per la scienza. Spazi e luoghi dell'esporre scientifico e tecnico, Milano, Lybra Immagine, 1998.
Sitografia:
COMITATO INTERNAZIONE MUSEI E CENTRI PER LA SCIENZA
http://network.icom.museum/cimuset

ESEMPI DI MUSEI DELLA SCIENZA
http://www.museogalileo.it/
http://www.muse.it/
http://www.deutsches-museum.de/
http://www.mnhn.fr/fr/visitez/lieux/grande-galerie-evolution

ESEMPI DI CENTRI PER LA SCIENZA (SCIENCE CENTER)
http://www.cittadellascienza.it/
http://www.exploratorium.edu/
http://www.azscience.org/
https://www.technopolis.be/en/home/
https://www.ontariosciencecentre.ca/

www.unawe.org
www.googol.it
http://it.unawe.org/static/archives/guides/pdf/eva.pdf

http://conference.pixel-online.net/NPSE/files/npse/ed0003/FP/0439-SEDP296-FP-NPSE3.pdf
http://conference.pixel-online.net/npse2013/common/download/Paper_pdf/315-SPI30-FP-Albanese-NPSE2013.pdf
https://www.youtube.com/watch?v=wITOAuZmpyw

Metodi didattici

Una parte del corso é dedicata alla comunicazione nei musei, nei centri di scienza, e nelle mostre scientifiche e, in questo ambito si concentrerà su tematiche didattiche e espositive, sull'analisi del pubblico cui é rivolta la comunicazione con particolare riferimento ai più giovani, e l' interazione tra il mezzo di comunicazione e il pubblico e, all'interno della pratica didattica, approfondirà il contenuto scientifico della comunicazione individuando, in particolare, gli elementi fondamentali della disciplina in questione, la natura e lo scopo della stessa.

Modalità verifica apprendimento

Durante il corso si terranno esercitazioni di verifica dei contenuti svolti. Sia nello svolgimento delle prove di verifica che in quello della prova finale allo studente saranno lasciato ampio spazio di iniziativa e di proposizione su temi di organizzazione di allestimento e di presentazione di contenuti di scienza nei vari ambiti: musei, mostre, siti internet, seminari etc.
Per il superamento delle prove allo studente sarà richiesta una appropriata comprensione
della terminologia tecnica, una chiara e motivata comprensione delle tematiche svolte e una
capacità di elaborazione personale delle stesse.

Altre informazioni

- - -

Obiettivi agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile

- - -

Referenti e contatti

Numero verde

800 904 084

Servizio per la qualità della didattica

Manager della didattica:
Geom. Gianluca Uccelli
T. +39 0521 904891
E. servizio dusic.educazione@unipr.it
E. del manager gianluca.uccelli@unipr.it

Presidente del Corso di Studio

Prof.ssa Luana Salvarani
E. luana.salvarani@unipr.it

Delegato orientamento in ingresso

Prof. Marco Bartolucci
E. marco.bartolucci@unipr.it

Delegato orientamento in uscita

Prof.ssa Mariangela Scarpini
E. mariangela.scarpini@unipr.it
  

Delegati Erasmus

Prof. Dimitris Argiropoulos 
E. dimitris.argiropoulos@unipr.it

Prof.ssa Laura Madella
E. laura.madella@unipr.it

Responsabile assicurazione qualità

Prof. Diego Varini
E. diego.varini@unipr.it 

Modulo segnalazioni al RAQ

Tirocini formativi

E. tirocini.educazione@unipr.it

Studenti tutor

Tutor per matricole
E. tutormatricole.educazione@unipr.it

Tutor per studenti al 2° e 3° anno
Indirizzo socio pedagogico
E. tutorsociopedagogico.educazione@unipr.it

Tutor per studenti al 2° e 3° anno
Indirizzo infanzia
E. tutorinfanzia.educazione@unipr.it